Che cos’è il triangolo del fuoco e a cosa serve
12 Giugno 2024
Antincendio
Il triangolo del fuoco è una rappresentazione visiva efficacemente utilizzata per comprendere il funzionamento degli incendi (e quindi anche il modo per prevenire e gestire le fiamme). Infatti, spezzare il triangolo del fuoco è l’obiettivo di qualsiasi attività di prevenzione e emergenza antincendio. Attraverso la formazione, gli addetti antincendio conoscono il triangolo del fuoco, le buone pratiche per spezzarlo e come scegliere le sostanze estinguenti adeguate per ogni tipologia di incendio.
Triangolo del fuoco: com’è strutturato?
Come suggerisce la locuzione stessa, il triangolo del fuoco è composto da tre elementi fondamentali:
- combustibile;
- comburente (solitamente l’ossigeno nell’aria);
- calore.
Quando i tre elementi sono presenti contemporaneamente, si verifica e si propaga un incendio. La prevenzione antincendio quindi consiste proprio nel fare in modo che i tre elementi del triangolo del fuoco non siano mai compresenti. Allo stesso modo, per gestire un incendio e domare le fiamme è necessario disinnescare almeno una delle tre componenti.
• Che cos’è il combustibile
Il combustibile è una qualsiasi sostanza potenzialmente in grado di bruciare. Queste sostanze possono essere solide, liquide o gassose e includono materiali come legno, carta, benzina, gas naturale e molti altri. Quindi possiamo dire che c’è combustibile in qualsiasi luogo di lavoro e che senza un’avveduta strategia di prevenzione antincendio non esiste il rischio zero.
Certamente, alcune attività hanno un rischio più elevato di propagazione delle fiamme, a seconda della tipologia di lavorazione che viene svolta all’interno, dei materiali utilizzati e della configurazione stessa del luogo di lavoro.
• Il ruolo dell’ossigeno come comburente
Una sostanza comburente ha la capacità di ossidare il combustibile e l’ossigeno è il comburente più comune. Dalla reazione tra il comburente/ossigeno e il materiale combustibile origina la combustione, producendo calore e energia, che si manifestano sotto forma di fiamme.
• Le possibili fonti di innesco di un incendio
Ma per avviare una reazione tra comburente e combustibile è necessario che vi sia una fonte di innesco. Le fonti di innesco di un incendio possono essere varie e includono fiamme libere, scintille, calore radiante, elettricità, reazioni chimiche ecc.
Proprio per questo motivo, dicevamo che alcune attività lavorative presentano rischi maggiori di altre. Ad esempio, dove sono presenti cucine, forni, altiforni, centrali elettriche, industrie chimiche ecc. è più probabile avere la compresenza di combustibile, comburente e fonti di innesco, se non si mettono in atto adeguate strategie di prevenzione incendi.
Spezzare il triangolo del fuoco: la sicurezza antincendio
Come abbiamo accennato in precedenza, la strategia di prevenzione e gestione degli incendi si basa sulla rottura del triangolo della combustione. Le modalità possono variare di azienda in azienda, a seconda delle lavorazioni svolte, della configurazione degli spazi, della quantità di persone che transitano o operano all’interno degli spazi, dei materiali utilizzati ecc.
Ma possiamo individuare alcuni punti chiave validi per ogni luogo di lavoro:
– Per la prevenzione degli incendi:
- identificare e rimuovere o ridurre o isolare i materiali combustibili;
- mantenere le apparecchiature elettriche e i cavi in buone condizioni;
- implementare sistemi di rilevamento e allarme incendio;
- adottare pratiche sicure di stoccaggio e manipolazione di materiali infiammabili.
– Per la gestione degli incendi:
- avvisare tempestivamente i soccorsi;
- evacuare l’area in modo sicuro e ordinato, come definito dal piano di emergenza;
- utilizzare estintori o altre apparecchiature antincendio appropriate, seguendo le procedure di sicurezza (questo compito spetta all’addetto antincendio, opportunamente formato).
La formazione è l’asset fondamentale per poter mettere in campo una strategia antincendio efficace. Per proteggere un’azienda in modo adeguato, le competenze antincendio devono raggiungere il Datore di Lavoro, il RSPP, il RLS, gli addetti antincendio e tutti i lavoratori che devono sapere esattamente cosa fare in caso di emergenza, seguendo la segnaletica obbligatoria.
Per ogni combustibile, la giusta sostanza estinguente
Bisogna necessariamente sottolineare un aspetto del triangolo del fuoco: non tutti gli estinguenti sono adatti a tutti i combustibili. Anzi, ogni tipo di combustibile richiede un agente estinguente specifico per spegnere efficacemente un incendio e non peggiorare la situazione. L’esempio tipico è quello di usare l’acqua sulle fiamme provocate da un cortocircuito elettrico, o da oli ad alta temperatura.
Come abbiamo già riportato nell’articolo “Come si usa un estintore? Guida pratica step by step”, esistono diverse classi di incendio, a seconda del combustibile. Ecco di seguito un prospetto degli agenti estinguenti da utilizzare caso per caso:
- Incendio Classe A – combustibili solidi – estinguenti: acqua, schiuma, polveri;
- Incendio Classe B – combustibili liquidi – estinguenti: schiuma, anidride carbonica, polveri;
- Incendio Classe C – combustibili gassosi – estinguenti: anidride carbonica, polveri, idrocarburi alogenati;
- Incendio Classe D – combustibili metallici – estinguenti: acqua, schiuma, polveri chimiche;
- Incendio Classe F – combustibili grassi – estinguente: schiuma.
Anche in questo contesto, vediamo che solo attraverso la formazione obbligatoria, gli addetti antincendio possono apprendere gli aspetti fondamentali per spezzare il triangolo del fuoco e preservare persone, beni e ambiente.
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