La prevenzione incendi è un insieme di misure rivolte a mitigare il rischio incendio sui luoghi del lavoro. Si tratta di una materia complessa, che investe norme comportamentali, organizzazione degli spazi e dei materiali infiammabili e tutte le buone pratiche che i lavoratori di un’azienda sono tenuti a seguire.

Sui luoghi di lavoro, la responsabilità civile e penale della sicurezza dei lavoratori e degli ospiti ricade sul Datore di Lavoro. 

La progettazione delle misure di prevenzione deve essere affidata ad un professionista antincendio: un tecnico con le competenze indispensabile per pianificare la prevenzione antincendio, presentare le pratiche ai Vigili del Fuoco e certificare la conformità degli impianti di sicurezza presso le attività che sono tenute ad attuare le norme di prevenzione incendi.  

In Italia, è il D.Lgs 81/2008 il Testo Unico per la sicurezza nei luoghi di lavoro, ma è importante anche l’integrazione del nuovo Codice Prevenzione Incendi, entrato in vigore nel 2015 e più vicino alle leggi internazionali.

Il Codice Prevenzione Incendi: cosa cambia dal 2023

L’aggiornamento del Codice di Novembre 2022, entrato in vigore a Gennaio 2023, introduce la regola tecnica verticale per le attività di pubblico spettacolo e pubblico intrattenimento. 

Estende quindi il campo di applicazione del codice ai locali di spettacolo e di trattenimento di cui all’attività n. 65 (limitatamente ai locali di spettacolo e di trattenimento) dell’allegato I del D.P.R. 1° agosto 2011, n. 151.

Il certificato prevenzione incendi: chi è tenuto ad averlo?

Un altro strumento di prevenzione è il certificato di prevenzione incendi o CPI. Si tratta di un attestato di conformità di un edificio rispetto alle norme antincendio e viene rilasciato dal Corpo del Vigili del Fuoco. 

Le attività soggette al CPI sono individuate in relazione a dimensioni, settore di attività, esistenza di regole tecniche, sicurezza pubblica e con differenziazione degli adempimenti procedurali. La suddivisione per categorie prevede:

• Categoria A: attività con un limitato livello di complessità;
• Categoria B: attività con un maggiore livello di complessità;
• Categoria C: attività con alto livello di complessità.

Per queste ultime è previsto il rilascio del Certificato di prevenzione incendio previo sopralluogo obbligatorio da parte dei Vigili del fuoco.

La pena per i datori di lavoro inadempienti può essere penale (è previsto fino ad un anno di reclusione) e/o pecuniaria.

Il certificato ha durata di 5 anni. Tuttavia, se si eseguono modifiche nel fabbricato oppure se ci sono modifiche nei materiali pericolosi manipolati, queste devono essere comunicate ai Vigili del Fuoco che eseguono una verifica per confermare la conformità alle regole di prevenzione antincendio.

RSPP e addetti antincendio

La prevenzione incendi sul posto di lavoro richiede anche di individuare delle figure per gestire la pianificazione antincendio ed anche la gestione delle emergenze.

Queste figure sono il RSPP, o Responsabile Servizio di Protezione e Prevenzione, e gli addetti antincendio.

Sono ruoli obbligatori per legge in tutte le aziende, con delle distinzioni in base ai fattori di rischio effettivamente presenti. Per poter svolgere queste mansioni, i lavoratori devono essere appositamente formati con corsi di formazione ad hoc.

Tutti i corsi hanno una validità di 5 anni e contengono insegnamenti differenziati in base al rischio effettivo per ciascun tipo di attività. Dopo i 5 anni possono essere rinnovati partecipando a dei corsi di aggiornamento.

Come già accennato, la responsabilità di tutta la gestione della prevenzione incendi sui luoghi di lavoro ricade sul Datore di Lavoro, che quindi deve avere cura di informarsi con attenzione sui regolamenti in vigore e di prendere le misure di protezione più adeguate