Sicurezza ambientale: come gestirla nei luoghi di lavoro
27 Settembre 2024
Sicurezza
La sicurezza ambientale è un tema sempre più sentito nel mondo aziendale e produttivo. Coinvolge la salute e la sicurezza dei lavoratori, ma anche dell’ambiente circostante e delle comunità, riguarda la tutela delle acque, del suolo ecc.
Mentre la sensibilità green si fa strada in fette sempre più larghe della popolazione, manca ancora l’obbligo di istituire una figura preposta alla strategia di sicurezza ambientale all’interno delle aziende. Tuttavia, molti aspetti sono già ampiamente normati sia dai regolamenti europei che dalla legge italiana. Tra questi, ad esempio, l’ADR o trasporto merci pericolose, la gestione dei rifiuti ecc.
In questo approfondimento, vogliamo quindi analizzare gli aspetti della tutela dell’ambiente che toccano da vicino molte aziende. Un argomento di riflessione diventato assolutamente prioritario, anche in vista dell’introduzione, dal 2024, del Bilancio di Sostenibilità obbligatorio per le aziende con più di 250 dipendenti.
Sicurezza ambientale: definizione
Con la locuzione sicurezza ambientale ci si riferisce a tutte quelle misure, pratiche e normative volte a prevenire danni all’ambiente, riducendo l’impatto delle attività umane e industriali su aria, acqua e suolo.
Si tratta quindi di un concetto piuttosto ampio, che include tanto la gestione responsabile delle risorse, quanto l’adozione di tecnologie e processi che limitino l’inquinamento. Negli ambienti di lavoro, la sicurezza ambientale si interseca inoltre con la sicurezza sul lavoro, in quanto la salute dei lavoratori dipende anche dalla qualità dell’ambiente in cui operano. Pensiamo, ad esempio, al rischio chimico o al rischio biologico,
Stando ai regolamenti europei e più nello specifico ai Programmi di Azione per l’Ambiente (PAA), esistono dei principi chiari da rispettare. Tra questi, ad esempio, i principi di precauzione, prevenzione e eliminazione dell’inquinamento alla sua stessa fonte mostrano come la sicurezza ambientale debba diventare una strategia che permea l’intera organizzazione aziendale.
Peraltro, il PAA attualmente in vigore, il numero 8, recepisce anche le istanze dell’Agenda 2030 dell’ONU in tema di sviluppo sostenibile, ponendo l’accento su ambiente e clima. In Italia la principale normativa di riferimento è il Decreto legislativo 152/2006, chiamato anche Testo Unico Ambientale o TUA.
Di fatto, quindi, ci sono degli oneri ben delineati per le aziende, a seconda del tipo di attività che svolgono e delle sostanze che utilizzano. Di seguito, citiamo gli aspetti che coinvolgono in misura più larga il tessuto produttivo italiano.
La gestione dei rifiuti per la sicurezza ambientale
La corretta gestione dei rifiuti è fondamentale per tantissime aziende e attività lavorative ed è indispensabile, oggi, per garantire la tutela dell’ambiente. Le aziende devono assicurarsi che i rifiuti, specialmente quelli pericolosi, vengano trattati, smaltiti o recuperati in modo sicuro e nel rispetto delle normative. Ogni fase del processo di gestione dei rifiuti, dal deposito temporaneo allo smaltimento, deve essere eseguita in modo da prevenire contaminazioni ambientali.
La normativa è stringente, ad esempio, sui produttori, che devono indicare già negli imballi le corrette modalità di smaltimento dei rifiuti. Ma la questione tocca tutte le attività lavorative, che hanno l’obbligo di assicurarsi che i rifiuti siano gestiti e smaltiti nel rispetto dell’ambiente.
Tra i rifiuti a cui prestare attenzione, infatti, ci sono gli scarti di produzione, i materiali infiammabili, le sostanze pericolose, i materiali di scarto dei cantieri, ma anche, ad esempio, i rifiuti derivanti dal monouso all’interno di ospedali e studi medici, che rappresentano un rischio biologico.
Il controllo delle emissioni
Un altro aspetto centrale per le aziende è il controllo delle emissioni, che sarà anche uno dei temi caldi al centro dei bilanci di sostenibilità obbligatori.
In questo caso sono particolarmente coinvolte le fabbriche, i siti di trasformazione dei materiali, i luoghi di estrazione mineraria, i cantieri, le aziende con grandi flotte di automobili / camion / bus / aerei / navi e trasporti in generale.
Tutti sappiamo che oggi le emissioni di CO2 rappresentano un rischio significativo per l’ambiente e che hanno un impatto deleterio sul clima.
Al di là degli obblighi già imposti dalla legge in fatto di tutela dell’ambiente, le aziende sono chiamate a implementare le misure necessarie per ridurre al minimo le emissioni di sostanze inquinanti (ad esempio attraverso tecnologie avanzate di filtraggio e monitoraggio costante, o attraverso impianti di energie rinnovabili). Peraltro, è una richiesta molto pressante anche da parte del mercato, che sempre più spesso predilige le aziende che adottano politiche aziendali concrete, in tema di sostenibilità, e nel rispetto delle normative vigenti.
Lo stoccaggio sicuro delle sostanze pericolose
Lo stoccaggio di sostanze pericolose rappresenta un altro aspetto importante della sicurezza ambientale, particolarmente sentito nel mondo del lavoro. Sono tantissime le attività che utilizzano quotidianamente prodotti chimici di qualsiasi natura, tra cui carburanti e altre sostanze potenzialmente infiammabili, cancerogene, mutagene, corrosive, tossiche.
Per legge, queste devono essere conservate in aree sicure, in contenitori e armadietti appositi, lontano da fonti di calore e di innesco. Le sostanze che possono interagire devono essere conservate separatamente. Inoltre, vanno adeguatamente segnalate per prevenire rischi di contaminazione o incidenti.
Tutto ciò è possibile solo attraverso la formazione adeguata dei lavoratori per la sicurezza. Il tema dello stoccaggio dei materiali pericolosi infatti si intreccia vistosamente con il tema della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro. La reazione tra queste sostanze ad esempio può provocare esplosioni, incendi, o esalazioni pericolose.
Il trasporto di merci pericolose ADR
Il trasporto di merci pericolose, regolato dall’accordo europeo ADR, è un ulteriore tassello che unisce la sicurezza ambientale alla sicurezza sul lavoro. L’ADR coinvolge non solo chi effettua il trasporto di merci pericolose, ma anche chi le deve spedirle.
Infatti, chi è chiamato a rispondere della corretta gestione delle merci pericolose è proprio lo speditore. Di fatto, qualsiasi azienda che sia coinvolta nel trasporto di sostanze pericolose è tenuta a rispettare la normativa ADR.
Le regole sul trasporto comunque variano a seconda dei quantitativi di merci trasportate e, naturalmente, dalla tipologia. In alcuni casi è previsto un regime di esenzione parziale per le aziende che trasportano piccole quantità di sostanze pericolose. Mentre non è possibile ottenere “sconti” quando si muovono grandi quantità di materiali.
Oltre a ciò, per quantitativi “limitati” di talune sostanze esiste anche l’esenzione totale dall’ADR.
Le norme ADR sono finalizzate a garantire la movimentazione delle merci in sicurezza e senza rischi, fuoriuscite o incidenti che potrebbero danneggiare tanto le persone, quanto l’ambiente.
Tra gli obblighi previsti, anche in regime di esenzione parziale, c’è quello della formazione, che coinvolge sia lo speditore che gli addetti al trasporto. Per quanto riguarda lo speditore, vige l’obbligo di formare non solo il personale addetto al carico ma anche il personale amministrativo addetto all’emissione dei documenti di trasporto.
La formazione deve essere condotta da consulenti esperti e certificati in materia da ADR.
Anche nel comparto della manutenzione antincendio si spediscono o trasportano sostanze classificate come pericolose ai fini dell’ADR, ad esempio bombole di gas interti o gas infiammabili.
Se la tua azienda trasporta sostanze pericolose ti potrebbe essere utile il corso Safety ADR, dedicato al personale addetto.
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